lunedì 21 gennaio 2008

La matericità dell’opera di Emanule Rossini, fatta di grumi e ammassi gessosi di spessore sulla tela, pur negando un esplicito figurativismo rimanda chiaramente alla spumosa mobilità dell’acqua e dell’aria, nelle quali diafane figure sembrano tuffarsi e muoversi.

Sotto gli occhi dello spettatore si anima un paesaggio fluido, brillante, dove la calda luminosità, che incide sull’impasto polimaterico, libera sinfonie di onde generate dal movimento ovattato e avvolgente dell’elemento naturale….e il paesaggio si interiorizza nello spettatore, divenendo emozionale e musicale.

Cristina Aglietti

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